Il 31 ottobre si celebra in tutto il mondo la notte di Halloween, l’evento più terrificante e horror che ci sia. Se pensiamo che sia una festa di derivazione statunitense, ci sbagliamo di grosso. Trae origini, infatti, da tradizioni celtiche antiche e ci sono anche rimandi a celebrazioni che venivano organizzate anche ai tempi dei Romani. Come si festeggia Halloween in Piemonte? Quali sono le storie di fantasmi più terrificanti, le tradizioni più paurose e le storie da raccontare per una notte da brividi?
Cos’è Halloween
Halloween è una festa molto antica: come altre celebrazioni, anche la notte macabra e horror del 31 ottobre ha radici antichissime. Halloween non è una festa americana, ma trae origine da altre culture. A quanto pare in Piemonte si è sempre festeggiato Halloween. Innanzitutto è bene ricordare che la celebrazione deriva dalla festa pagana di origine gaelica che si chiama Samhain. Questa festa veniva celebrata proprio tra il 31 ottobre e il primo novembre, per salutare l’estate e la fine dei raccolti, nella speranza che l’ultimo fosse abbondante e potesse bastare per tutto l’inverno, il periodo dell’anno più difficile da affrontare.
In questa notte di festeggiamenti il mondo dei vivi e il mondo dei morti potevano venire a contatto: gli spiriti potevano tornare sulla terra a trovare i loro cari. Halloween deriva proprio dalla frase “All Hallows Eve”, Notte di Tutti gli Spiriti.
1 e 2 novembre: la festa religiosa di Tutti i Santi e il Giorno dei Morti
Con l’avvento della Chiesa Cattolica e la diffusione di questo credo, tutti i riti pagani sono stati sostituiti da altre celebrazioni. Vennero, dunque, istituite le celebrazioni di Ognissanti o Tutti i Santi, chiamata Solennità di Ognissanti oppure Solennità di tutti i Santi, per ricordare tutti i martiri comuni a diverse Chiese, e il Giorno dei Morti, per ricordare i fedeli defunti.
Halloween in Piemonte, le tradizioni antichissime
In realtà, essendo una festa antichissima, ci sono tradizioni che vivono anche nelle nostre regioni, come ad esempio in Piemonte. Sono tante le feste popolari piemontesi e le antiche tradizioni culturali che rimandano all’essenza della festa di Halloween.
Halloween nelle Langhe
Nelle Langhe la notte tra il 31 ottobre e il primo novembre si celebra la comunione tra vivi e morti: di solito si preparano le tavole con prodotti tipici autunnali, per dare il bentornato agli spiriti e donare loro un po’ di felicità. Un posto viene lasciato vuoto per chi non c’è più. Sulle finestre, inoltre, vengono messi lumini e candele per guidare le anime verso casa.
Halloween in Val d’Ossola
In Val d’Ossola, invece, la commemorazione dei defunti passa dalla recita del rosario che si fa in famiglia, per permettere alle anime di tornare nell’aldilà senza problemi. In alcuni borghi si accendono le candele e si prega tutti insieme.
Le zucche intagliate
Secondo alcuni storici, il simbolo di Halloween, la zucca intagliata, potrebbe essere italiana. Sarebbero stati i migranti a importarla dal continente americano, realizzando poi sopra dei volti intagliando l’ortaggio come si usava nel mondo contadino per scacciare gli spiriti maligni. Nelle zucche venivano messi candele a lumini per proteggere la famiglia sconfiggendo il buio e la paura della morte.
Le storie di paura delle Masche piemontesi
Quando si parla di leggende da brivido in Piemonte non si può non fare riferimento alle Masche, personaggi del folclore piemontese, in particolare della provincia di Cuneo. Il termine può fare riferimento alla parola maschera, soprattutto in collegamento con il Carnevale e con il suo significato simbolico, il passaggio dall’inverno alla primavera o, meglio ancora, dal regno dei morti a quello dei vivi.
Spesso si crede che le Masche siano le streghe, anche perché spesso questi personaggi sono descritti come donne anziane, non belle, deformi, vedove, che vivono da sole ai margini della società. Erano donne che conoscevano la magia e il mondo naturale, sfruttando le erbe officinali per le loro pozioni. Sul Libro del Comando avevano formule magiche da usare in ogni occasione. Si credeva fossero al servizio del Diavolo, per questo perseguitate. Si diceva che potevano anche trasformarsi in animali, soprattutto pecore e gatti.
Le arti magiche venivano tramandate di generazione in generazione, sempre a una donna. Oltre alla figura delle Masche, in Piemonte nella bassa Langa e nell’Astesana c’erano anche i Masconi, uomini che avevano ricevuto i poteri in modo casuale dalle Masche in punto di morte. Loro, però, non possono tramandare le arti magiche.
Fantasmi famosi e storici in Piemonte
Halloween fa anche rima con spettri e castelli infestati. E se sono questi quelli che cerchiamo per celebrare il 31 ottobre, in Piemonte non abbiamo che l’imbarazzo della scelta. Sono tanti gli edifici che ospitano storie terrificanti di spiriti che, dopo morti violente, continuano a vagare per le stanze per spaventare tutti quanti. Non dimentichiamo che Torino è una città esoterica, dove magia bianca del bene e magia nera del male si incontrano!
- Castello della Rotta a Moncalieri: qui sarebbero stati visti i fantasmi di numerosi cavalieri templari sepolti all’interno dell’edificio, in particolare quello di un cavaliere a cavallo che era innamorata di una ragazza locale che doveva sposare il signore locale. Scoperto il tradimento, il proprietario del castello fece uccidere la ragazza. Il cavaliere, morendo poco dopo in Terra Santa, è tornato sotto forma di spirito in quel castello, per vivere l’eternità con la sua amata.
- Villa Capriglio a Torino: la dimora storica è stata a lungo abbandonata e si dice che molti fantasmi si aggirano al suo interno. Durante le notti di luna piena, allo scoccare della mezzanotte, pare che una nebbia grigia copra tutta la casa, facendola sparire nel nulla per qualche minuto. In quel lasso di tempo si sentirebbero arrivare urla e risate isteriche.
- Castello Malgrà a Rivarolo Canavese: qui vaga il fantasma di una giovane ragazza, che aveva sposato un capitano di ventura crudele, anche se aveva già un fidanzato, che l’uomo fece uccidere, per poi ammazzare poco tempo dopo anche la moglie, tagliandole la gola. Quel fantasma con la gola sanguinante ha infestato il castello portando il capitano a suicidarsi.
- Rocca di Arignano: qui ha vissuto l’alchimista Cagliostro che cercava la Pietra Filosofale. Sempre qui si possono sentire le urla di una dama che il marito geloso ha strangolato.
- Sacra di San Michele: Umberto Eco ha ambientato qui il suo romanzo Il Nome della Rosa, perché si tratta di un luogo inquietante dove un tempo venivano seppelliti i monaci che abitavano quel complesso. Qui si potrebbe incontrare lo spirito di San Giovanni Vincenzo, vescovo eremita e fondatore del complesso monastico. Ma anche quello della Bell’Alda, una contadina che si era ritirata tra le mura per scappare ai suoi pretendenti. Quando decise di lanciarsi nel vuoto, la Vergine Maria mandò due angeli a salvarla. Tornata a casa, raccontò tutto a famigliari e amici e per farsi credere si rigettò da quella torre. Ma la Madonna non la aiutò e morì, diventando un fantasma che si aggira perché non trova pace.